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giovedì 05 dicembre 2024

STORIE DI ORDINARIA UMANITÀ — il Blog di Nicolò Stella

Nicolò Stella

Nato in Sicilia si è trasferito a Pontedera a 26 anni e ha diretto la Stazione Carabinieri per 27 anni. Per sei anni ha svolto la funzione di pubblico ministero d’udienza presso la sezione distaccata di Pontedera del Tribunale di Pisa. Ora fa il nonno e si dedica alla lettura dei libri che non ha avuto tempo di leggere in questi anni.

​L’imprenditore che immaginò il futuro

di Nicolò Stella - sabato 12 dicembre 2020 ore 07:30

“La funzione dell’industria non è solo e neanche principalmente quella del profitto. Lo scopo è migliorare la qualità della vita mettendo a disposizione prodotti e servizi.”

G. A. Agnelli

Il 13 dicembre 1997 moriva a Venaria Reale (TO) Giovanni Alberto Agnelli, per la sua famiglia “Giovannino”.

Si è spento in silenzio con quel riserbo che l’ha contraddistinto per tutta la vita. Riservatezza e semplicità che lo ha portato a militare nell’Arma come Carabiniere “semplice” in forza al 1° reggimento Paracadutisti “Tuscania” di Livorno.

Il giorno del suo arrivo al reggimento labronico domandò di parlare con il Comandante al quale prospettò il suo timore che il nome altisonante potesse influenzare l’atteggiamento dei superiori e chiese espressamente che questo non avvenisse in quanto voleva essere trattato al pari dei commilitoni del suo reparto.

Talmente Carabiniere semplice da congedarsi quarantacinque giorni dopo rispetto al suo contingente di leva. Il suo reparto, il giorno del termine della ferma, si trovava fra Pantelleria, Lampedusa e Linosa a difesa delle tre piccole isole in quanto si ipotizzava una invasione libica. Gheddafi ne reclamava il possesso. Qualche tempo prima vi era stato un lancio di due missili che avrebbero dovuto colpire il sistema di radionavigazione della NATO di Lampedusa che serviva agli aerei americani a rimanere in contatto con la loro base di Ramstein in Germania.

Il 25 febbraio 1993 fu nominato Presidente del consiglio di amministrazione della Piaggio e si stabilì a Varramista. Accettò la scorta della sicurezza interna solo per il tratto di strada che la mattina lo conduceva al lavoro, ma non mancò occasione d’incontrarlo all’interno dei corridoi Piaggio quale impiegato fra gli impiegati o sul “corso” come semplice cittadino in giro per acquisti nei negozi. Per Pontedera fu l’imprenditore che bloccò il trasferimento delle officine meccaniche a Nusco (AV) e rilanciò lo stabilimento con nuovi finanziamenti e assunzioni.

In quel periodo la Piaggio aveva iniziato a produrre un veicolo leggero classificato fra i mini van: il “Porter”, che sino al 1992 era stato un progetto della Daihatsu. L’Arma dei Carabinieri aveva firmato un contratto per la fornitura di 100 “Porter” blindati da destinare ai reparti mobili. Si erano alternati, in visita alla Piaggio, diversi ufficiali per la definizione del contratto e per concludere la consegna dei mezzi sul tutto il territorio nazionale. Mi trovavo in Piaggio, per accertamenti di polizia giudiziaria, quando vidi transitare il Colonnello dell’ufficio acquisti del Comando Generale, mi sono avvicinato per salutarlo o come si usa “per presentarmi”.

Ci siamo soffermati a conversare per pochi minuti quando siamo stati raggiunti da Giovanni Agnelli che accolse tutti invitandoci a seguirlo. Mi premuravo a salutare per congedarmi, di fatto non facevo parte del gruppo romano, ma il Presidente mi invitò a seguirli. Raggiunto il piazzale esterno dove erano parcheggiati i mezzi, ci siamo avvicinati a uno dei “Porter” osservandolo dentro e fuori, valutando la blindatura, i posti a sedere e lo spazio interno. Dopo avere esposto le caratteristiche tecniche del mezzo forse perché non avevo espresso alcun parere, ha voluto sapere la mia opinione “mi dica pure cosa ne pensa, con sincerità, senza farsi influenzare dalla presenza del Colonnello”. Per mio carattere quando una qualche cosa non mi conquista rimango in silenzio ed essendo poco avvezzo alle caute finezze diplomatiche risposi spontaneamente che il veicolo non era adatto per i servizi di ordine pubblico. Il Colonnello imbarazzato dalla mia risposta cercò di aggiustare il tiro tessendo le lodi del veicolo, ma Giovanni Agnelli lo interruppe approvando la cruda osservazione e precisando che quel mezzo era destinato alle vigilanze presso obiettivi fissi quali ambasciate, consolati e ministeri e non nei veri e propri teatri operativi. A quel punto il Colonnello si adeguò alla nostra tesi.

Durante la sua permanenza a Pontedera, grazie alla mediazione di un ex maresciallo che in quel periodo sovraintendeva alla vigilanza industriale, volle ricevere i suoi “superiori” locali ovvero tutti i Comandanti di Stazione Carabinieri del circondario di Pontedera.

Nicolò Stella

Articoli dal Blog “Storie di ordinaria umanità” di Nicolò Stella