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INCONTRI D'ARTE — il Blog di Riccardo Ferrucci

Riccardo Ferrucci

Riccardo Ferrucci è nato Pontedera e vive a Calcinaia. Giornalista e critico ha pubblicato numerosi volumi sul cinema e sull’arte. Tra le sue pubblicazioni “Paolo e Vittorio Taviani , la poesia del Paesaggio”, editore Gremese. Ha diretto la rivista letteraria Ghibli ed ha collaborato con importanti istituzioni pubbliche. Attualmente è funzionario della Regione Toscana.

Liricità e religiosità nella pittura di Elio De Luca

di Riccardo Ferrucci - giovedì 05 novembre 2020 ore 13:48

Elio de Luca

Da oltre quarant’anni sulla scena artistica nazionale, Elio De Luca, nato nel 1950 a Pietrapaola (Cosenza) , si trasferisce giovanissimo a Prato, dove si diploma nel 1969 presso la Scuola d’Arte Leonardo da Vinci. Qui tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Muzzi nel 1972. Dal 1998, dopo l’antologica che il Comune di Prato gli ha dedicato in Palazzo Datini, la frequenza e l’importanza di rassegne, incarichi e riconoscimenti sono state sempre maggiori. È del 2004 la mostra itinerante “Il palcoscenico dell’esistenza”, la personale “Mater Terrae” nella città di Matera ed è invitato ad esporre al M'ARS Contemporary Art Museum di Mosca. Nel 2009 la città di Poppi gli dedica un’antologica presso la Galleria Comunale d’Arte Moderna. Nel 2010 espone al Museo Nazionale di Palazzo Venezia a Roma e nel 2012 alla Dogana Veneta del Comune di Lazise. Nel 2014 realizza la doppia mostra “Donne e miti” per la Sala del Basolato del Comune di Fiesole e la Sala delle Colonne del Comune di Pontassieve. Dello stesso anno è l’esposizione presso lo Spazio Italia di Pechino dal titolo “Capriccio Italiano”, realizzata in collaborazione con l’Ambasciata Italiana in Cina e con l’Istituto Italiano di Cultura a Pechino. Sono del 2016 le esposizioni a Città della Pieve, Barberino Val d’Elsa, Stigliano e Arezzo. Nel 2017 è invitato ad esporre una grande mostra dal titolo “Donna - Elogio delle virtù” al Palazzo Pretorio del Comune di Certaldo. Nel 2018 a Lucca la mostra “Amore Il cantico dei cantici”. Ha scritto Cristina Acidini: “ Da questa filiera artistica rigorosamente figurativa ma aperta alle suggestioni del Surrealismo proviene, a mio avviso, il senso di straniamento e di alterità, che pervade le scene dipinte da De Luca, dove tutto è offerto alla contemplazione ma nulla si riesce a spiegare.”

La prima curiosità è quella di conoscere come nata la tua mostra inspirata al Cantico dei cantici?

Questa mostra è nata in un modo insolito. Inizialmente volevo fare una mostra di carattere religioso sul viaggio della Madonna in Egitto. Poi, casualmente, mi sono imbattuto in alcuni passaggi del Cantico dei cantici e questa lettura mi ha molto appassionato per la modernità e la profondità del testo. Da questo interesse è nata la mostra. Sono rimasto coinvolto dalla meraviglia di questa opera, quasi un suono, una melodia che comunica infinite sensazioni. La tecnica compositiva è stata molto impegnativa usando come fondo la foglia oro di antica tradizione.

La tua pittura ha una lunga storia, le immagini delle tue donne che si inseguono di quadro in quadro fanno parte della tua storia poetica. A cosa stai lavorando in questo periodo ?

Nel periodo di chiusura ho lavorato meno, perché mancava la tranquillità necessaria. E’ stato un periodo di riflessione, ho fatto delle “Annunciazioni” che prefigurano un nuovo viaggio a tema religioso. Forse da questi lavori può nascere la mia prossima mostra.

Nella tua pittura usi tecniche e materiali diversi. E’ un modo per sperimentare modelli compositivi diversi?

Uso tecniche diverse dalla carta alla tela, in passato ho realizzato dipinti materici chiamati cementi. Adesso sto lavorando molto sulle carte fatte a mano, di gelso, e la resa, anche in questo caso, è molto materica, porta una dimensione plastica al dipinto. Altre volte ho utilizzato tela di juta, sabbia, cemento, per dare l’idea del tempo e della storia, utilizzando per i colori soltanto pigmenti naturali.

Ogni pittore ha sempre dei riferimenti nella storia dell’arte, dei compagni di viaggio. Quali sono gli autori che ti hanno maggiormente interessato ?

Ho guardato molti artisti e ho cercato sempre di prendere elementi da ciascuno di loro. Dagli impressionisti alla pittura classica, in particolare Giotto. Adesso guardo con più attenzione alla nostra storia dell’arte che ci offre dei suggerimenti profondi e di grande attualità. Poi ci sono aspetti che ricordano l’arte di Carra e la metafisica.

La mostra del Cantico dei cantici presenta aspetti evidentemente religiosi, hai sempre avuto una dimensione mistica ?

E’ un elemento che si è accentuato in questo periodo; durante la chiusura è aumentata la nostra dimensione interiore, un riflessione profonda con noi stessi. Il contatto diretto con le persone, che adesso manca, lo possiamo ritrovare attraverso l’arte e il nostro lavoro quotidiano.

Riccardo Ferrucci

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