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sabato 27 aprile 2024

VIGNAIOLI E VINI — il Blog di Nadio Stronchi

Nadio Stronchi

Nadio Stronchi, autore di “Vignaioli e vini della Val di Cornia e Isola d’Elba”, è un appassionato cultore di vini e, più in generale, di mondo agricolo. Bibliofilo e instancabile ricercatore è stato promotore di attività enoiche dentro la storia locale Val di Cornia, Toscana

​Rosso di Montalcino: il “Brunello” dei poveri

di Nadio Stronchi - giovedì 24 agosto 2023 ore 09:00

I confini del Chianti stabiliti da Cosimo III Nel 1716 il granduca Cosimo III de’Medici emanò il bando Sopra la Dichiarazione dé Confini delle quattro Regioni Chianti, Pomino, Carmignano, e Val d’Arno di Sopra, con cui stabiliva regole e controlli per la corretta produzione di 4 particolari vini regionali: Chianti, Pomino, Carmignano e Valdarno di Sopra. Ho citato il Chianti per fare un “gemellaggio” ideale con il territorio del Brunello di Montalcino, due zone fantastiche, sinergiche e per citare un poco di storia.

Due vini, due zone diverse che iniziarono un proprio percorso con prodotti che furono lontani dalle qualità che abbiamo oggi, ma che per quei tempi erano già ai vertici con i limiti di quel periodo. Del Chianti se ne parlava e scriveva già nel XIII secolo, del vino di Montalcino se ne scriveva nel 1550. Quest’ultimo era ricordato, nel 1773, (vedi sopra copia del documento) non per il vino rosso, ma per il Moscadello: vino giallo intenso, profumi di frutta appassita e floreale, gusto dolce, caldo e persistente. 

Una evoluzione tutta da svilupparsi nei secoli a venire, quando la scienza e la tecnica si amplificò e venne parte istituzionale. Nei vigneti e nelle cantine si iniziò a creare quasi la perfezione dei vini; Vuol dire che in gran parte erano da buoni a ottimi, pochi furono eccelsi. Fondamenta giuste e solide che portarono il Chianti a ottenere la DOC nel 1966 e la DOCG nel 1980, per Brunello di Montalcino ad avere la DOC nel 1967 e la DOCG nel 1984. Con le DOC e le DOCG vennero acquisite regole rigide, tra le quali il problema dell’invecchiamento, prima con 5 anni e poi con 4, in Barriques da 240 lit. 

Questo metodo creava dei vuoti di commercializzazione, ecco che è stato ottemperato creando altri vini DOC o IGT da vigneti più giovani e anche diversi come uvaggio e nome diverso per il caso del Chianti con vini anche eccelsi. Per Montalcino usando, invece, sempre il Sangiovese Grosso, definendolo ( Rosso di Montalcino): vino dalle caratteristiche di fruttato e freschezza, diverso dal Brunello, ma ottimo. 

Questa volta vi voglio proporre uno di questi vini. (Rosso di Montalcino) dell’azienda Talenti, 2019. Colore: rosso rubino carico con sfumatura aranciata. Profumo: Intenso e penetrante, eleganti sentori di fruttato (ciliegia). Gusto: pieno, armonico, caldo e persistente.

Nadio Stronchi

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