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Lavoro lunedì 24 luglio 2023 ore 18:00

Alival, accordo modello per rilanciare il lavoro

La firma dell'accordo
La firma dell'accordo. Alla destra del presidente Giani il general manager di Alival Michele Fochi e alla sinistra il sindaco Nicola Tesi

La multinazionale abbandona lo stabilimento della Valdinievole ma si impegna per tutelare il territorio. E' un caso unico a livello nazionale



FIRENZE — No: Alival-Lactalis no rimarrà nello stabilimento di Ponte Buggianese ma si impegna a cercare un nuovo investitore per recuperare il sito, rilanciare la produzione, generare nuova occupazione e proteggere i 73 lavoratori impiegati nello stabilimento valdinievolino. Questo in estrema sintesi il contenuto del protocollo d'intesa firmato oggi in Regione a Firenze e che impegna la multinazionale anche economicamente.

L'accordo si presta a rappresentare un modello: Alival infatti non ha alcun obbligo di legge a impegnarsi con le istituzioni dopo la ferita provocata dalla chiusura dello stambilimento. Si tratta di un caso unico a livello nazionale e che la Regione vuol rendere apripista per altre esperienze.

“E’ la prima volta che accade. L’azienda non è neppure proprietaria dello stabilimento, oltre a non essere obbligata dalla legge, e per questo lo riteniamo un esempio da lanciare a livello nazionale", ha commentato il presidente della Toscana Eugenio Giani che definisce il documento "una vera e propria contrattazione concertata sulla prospettiva di passaggio di proprietà e il rilancio del sito”. 

“Siamo di fronte ad un unicuum a livello nazionale che afferma in modo netto ed importante, con una declinazione concreta, la responsabilità sociale dell’impresa: un principio cui purtroppo in tanti vengono meno", ha aggiunto Valerio Fabiani, consigliere speciale del presidente per le crisi aziendali.

Alival a Ponte Buggianese, storia di un addio

L’annuncio delle dismissione dello stabilimento di Ponte a Buggianese, dove lavoravano 73 persone, risale a poco meno di un anno fa, a fine Agosto 2022, preceduta dalla presentazione di un piano industriale di Alival favorevole ad un rafforzamento della presenza in Toscana, a Pienza in provincia di Siena) e a Porcari nella piana di Lucca. 

Un accordo sindacale aveva portato all’accordo regionale per la ricollocazione dei lavoratori: la metà dei dipendenti ha già trovato un nuovo impiego. 

I contenuti dell'accordo

In particolare il colosso della produzione lattiero casearia metterà a disposizione fino a 300mila euro quale contributo sulle opere di ripristino dell’area dello stabilimento di Ponte Buggianese in favore di chi si assumerà formalmente l’impegno, entro il 30 Aprile 2024, alla riconversione e reindustrializzazione in settori diversi dal comparto lattiero caseario. 

Nel caso invece il nuovo investitore continui ad operare in attività di trasformazione casearia compatibili con quelle finora esercitate nello stabilimento Alival-Lactalis, sempre tramite la firma dell’intesa di oggi, assicurerà il trasferimento della proprietà dei macchinari e degli impianti presenti nello stabilimento, il cui valore è stimato in un milione di euro.

Ulteriori risorse saranno messe a disposizione del Comune, con o senza la presenza di un nuovo investitore entro la fine dell’Aprile 2024, ed anche in questo caso di tratta di un inedito. 

Alival s’impegna a contribuire per un importo complessivo fino a 100mila euro ad opere con finalità sociale: nel dettaglio si tratta del completamento di un villaggio scolastico. Se poi entro il 30 Aprile dell’anno prossimo un nuovo investitore per il sito produttivo di Ponte Buggianesse non si fosse fatto avanti, la multinazionale girerà al Comune anche i 300mila euro che avrebbe messo a disposizione per il ripristino dell’area: complessivamente dunque 400mila euro. 

L’azienda s’impegna anche a collaborare per la successiva azione di “scouting” promossa da Comune e Regione per individuare una o più filiere che si possano integrare nel tessuto economico, sociale e ambientale.

“Useremo l’accordo di oggi, come un precedente, in tutte le future vertenze toscane – conclude il consigliere Fabiani –. Ma vorremmo che questo esempio potesse ispirare anche un’iniziativa legislativa nazionale sulla responsabilità sociale di impresa, visto che spesso ci troviamo a lottare a mani nude”. 


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