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Attualità lunedì 18 dicembre 2023 ore 16:00

Agricoltura senza stranieri? Addio a un prodotto su due

vendemmiatori

I migranti impiegati nelle campagne toscane sono quasi 24mila, il 42,9%. Aumentano anche gli imprenditori agricoli non italiani



TOSCANA — L'agricoltura senza stranieri, dai braccianti agli imprenditori? Sulle tavole dei toscani mancherebbe circa un prodotto su due. Il conto giunge da Coldiretti Toscana che, in occasione della Giornata internazionale dei migranti che ricorre oggi, ha esaminato il Dossier Crea con dati relativi al 2021.

I migranti in Toscana rappresentano una forza lavoro agricola di 23.642 persone occupate che assicurano poco meno di 3 milioni di giornate di lavoro sui 7 milioni complessivi necessari al settore. Senza di loro, quasi un prodotto su due resterebbe nei campi. 

Il 42,9% dei lavoratori agricoli nelle campagne della Toscana è infatti straniero. Una componente che continua a crescere (+1,1%) caratterizzata da rapporti di lavoro principalmente stagionali (87,3%). 

Dalla raccolta alle energie rinnovabili, una marea di contratti

Nelle campagne servono non solo addetti alla raccolta per le verdure, la frutta e la vendemmia ma anche figure specializzate come i trattoristi, i serricoltori, i potatori

Non vanno dimenticati poi, continua Coldiretti Toscana, i nuovi sbocchi occupazionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili

La durata del rapporto di lavoro per le aziende che hanno fatto ricorso a manodopera non italiana è di almeno 6 mesi (fino ad un anno) nel 44% dei casi, tra 3 e 6 mesi nel 31%, tra 1 e 3 mesi nell’11%. Meno di un mese per l’8%.

La carica degli imprenditori stranieri

Ma non ci sono solo lavoratori, sono in forte crescita anche gli imprenditori con quasi 3mila imprese agricole guidate da stranieri, in crescita del 18,6% rispetto al 2019. Un incremento poderoso, a doppia cifra, in controtendenza rispetto alla riduzione generale del numero di imprese agricole regionali condotte da italiani che si è verificato negli ultimi anni (-2,9%). 

Il maggior numero di imprese agricole straniere si trova in Maremma (765 imprese) ma la più alta incidenza si registra a Pistoia, 387 imprese, con il 12% sul totale di attività del settore seguita da Prato, 52 imprese, con il 9%.

Dinanzi a questi dati, la presidente Coldiretti Toscana Letizia Cesani chiede di "affrontare il tema della disponibilità di lavoratori con una gestione dei flussi più efficiente".


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