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sabato 27 aprile 2024

NEURONEWS — il Blog di Alberto Arturo Vergani

Alberto Arturo Vergani

Dopo la laurea in scienze cognitive a Milano e il dottorato in informatica e matematica a Varese, vince una posizione a Londra finanziata dal progetto europeo The Human Brain Project (HBP) e poi a Marsiglia, finanziata dall’agenzia nazionale della ricerca francese (ANR Horizontal- V1). Attualmente è ricercatore in neuroscienze presso il laboratorio di Neuroingegneria Computazionale dell'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Tra i suoi temi di ricerca ci sono le patologie neurodegenerative (Alzheimer e Parkinson) e i disordini del neurosviluppo (autismo), che studia mediante le metodologie proprie del calcolo scientifico: simulazione, modellizzazione e analisi avanzata di segnali biologici.

San Valentino: il santo del cervello degli innamorati

di Alberto Arturo Vergani - lunedì 26 febbraio 2024 ore 08:00

Recentemente è stata festeggiata la ricorrenza di San Valentino, che fu martirizzato dai Romani il 14 febbraio 273 DC. L’associazione tra il santo e gli innamorati ha le sue radici in molteplici leggende, ma tra queste una lo riconduce al cervello più che al “cuore” delle coppie: si narra che San Valentino abbia miracolosamente guarito una giovane fidanzata, Serapia, afflitta da una malattia misteriosa, oggi pensata come epilessia.

Che malattia è l’epilessia? La sindrome epilettica è caratterizzata da episodi improvvisi come perdita di coscienza, confusione, movimenti automatici e, nei casi più gravi, convulsioni muscolari e altri sintomi come dilatazione delle pupille e cianosi. Questi segni giustificano il senso greco della parola “epilessia”, che significa letteralmente possessione: "Epi-" deriva da "ἐπί" (epí), che significa "sopra" o "su", mentre "-lessia" deriva dal "λαμβάνειν" (lambánein), che significa "prendere" o "sperimentare". Quindi, epilessia significa "prendere sopra" o "sperimentare sopra", in riferimento al modo in cui le crisi epilettiche sembrano sopraffare il paziente.

L'epilessia colpisce l'1% della popolazione, con oltre 500.000 casi in Italia e oltre 25.000 nuovi casi ogni anno. Si manifesta con oltre 40 tipi diversi di crisi la cui causa è riconducibile ad una alterazione improvvisa dello stato fisiologico della membrana neuronale, causando una scarica ipersincrona di molteplici neuroni. Nel caso in cui la diagnosi formulata sia esatta e l’iter terapeutico sia stato correttamente seguito, si ottiene un controllo delle crisi in circa il 70% dei casi. La diagnosi si basa su dati clinici forniti dal paziente e dall’analisi del tracciato dell’elettroencefalogramma (EEG), che può confermare le anomalie elettriche associate alle crisi. Dunque, l’EEG è uno degli strumenti fondamentali per l’identificazione dell’epilessia.

L’EEG è una metodologia che permette di registrare il potenziale elettrico dello scalpo. E’ a basso costo e portabile, al contrario di altri strumenti medicali come la risonanza magnetica nucleare. Le sue caratteristiche giustificano il suo ampio utilizzo per il supporto alla diagnosi di molteplici patologie o per obiettivi di ricerca più generali di salute pubblica (ad esempio per lo studio della qualità decisionale in persone sane).

Quest’anno (2024) si celebra il centenario della prima registrazione del segnale EEG da parte del neurologo tedesco Hans Berger, che misurò per la prima volta l'attività elettrica del cervello umano con elettrodi sul cuoio capelluto nel 1924. Le sue ricerche furono ispirate dai precedenti studi condotti da Richard Caton, medico inglese, il quale nella secondo metà dell’Ottocento dimostrò l'emissione di segnali elettrici cerebrali tramite esperimenti su cani e scimmie mediante un galvanometro.

Il 1988, oltre che il 2024, è stato un altro anno rilevante per l’EEG, ma soprattutto per l’epilessia e San Valentino. Infatti, in quell’anno in Italia venne emesso un francobollo dove si può osservare il santo, con ai suoi piedi una coppia di persone affette dalla malattia e la rappresentazione del tracciato del potenziale elettrico avente la dinamica anomala tipica della malattia.

Riferimenti

● Magiorkinis, E., Sidiropoulou, K., & Diamantis, A. (2010). Hallmarks in the history of epilepsy: epilepsy in antiquity. Epilepsy & behavior, 17(1), 103-108.

● Haas, L. (2003). Hans berger (1873–1941), Richard Caton (1842–1926), and electroencephalography. Journal of neurology, neurosurgery, and psychiatry, 74(1), 9.

● Voce“Epilessia”, Treccani (https://www.treccani.it/enciclopedia/epilessia/)

Alberto Arturo Vergani

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