Lavoro

La CGIL riorganizza la funzione pubblica

Nasce l'accorpamento funzionale tra le federazioni di Prato e Pistoia del sindacato del lavoro pubblico. Prima sperimentazione in Toscana

Sergio Malucchi al microfono

Sandro Malucchi è il primo Segretario Generale della Fp CGIL Pistoia – Prato, la nuova struttura nata come accorpamento funzionale delle due attuali federazioni provinciali, eletto all'unanimità dei voti dall'Assemblea Generale (64 voti favorevoli e 1 scheda bianca).

L'incarico oggi, nei locali del Circolo ARCI di Santomato (PT), dopo che l'Assemblea Generale congiunta della FP CGIL Pistoia e Funzione Pubblica Cgil Prato ha votato il dispositivo per la nuova gestione organizzativa e data lettura del documento programmatico, presentato proprio da Malucchi, a cui hanno fatto seguito gli interventi di Riccardo Cappellini, Segretario pistoiese della Funzione Pubblica, Claudio Guggiari, segretario organizzativo della CGIL Toscana, Daniele Gioffredi e Lorenzo Pancini Segretari Generali delle Camere del Lavoro di Pistoia e Prato e vari delegati sindacali. 

Le conclusioni sono state svolte da Bruno Pacini, Segretario generale toscano della FP CGIL e da Florindo Oliverio della segreteria nazionale della Funzione Pubblica CGIL. Una assemblea – quella di oggi venerdì 25 giugno – che ha segnato un passaggio importante “e per niente scontato nei risultati – chiosa Bruno Pacini - visto che questa categoria ripensa i propri strumenti di organizzazione ma anche di direzione politica per mettere a sistema le capacità di delegati e dirigenti sindacali e tornare in modo più convinto nei luoghi di lavoro”. 

D'altra parte “il sindacalista si misura quotidianamente con le competenze altrui – ha affermato Oliverio della segreteria nazionale – e c'è bisogno di nuovi strumenti organizzativi, di più capacità ma anche di fantasia, una dote tra le più importanti per chi vuole fare sindacato e non rimanere imbrigliato in codici e leggine che non fanno applicare pienamente i contratti”. 

Una scelta coraggiosa, così l'ha definita Gioffredi – segretario generale della CGIL di Pistoia, anche se è già stata percorsa dalla categoria dei tessili ma sempre “sul territorio di due province piuttosto omogenee e che rischiano di soffrire un lento declino produttivo. C'è un dato che dovrebbe preoccupare chiunque si occupi di lavoro; a Pistoia nel 1999, il 71% degli occupati, lavorava nel settore produttivo (industria, artigianato, vivaismo). Oggi, nel 2020 il dato è ribaltato: circa il 70% degli occupati lavora nel settore dei servizi, peraltro spesso di scarsa qualità e redditività. Che futuro avremo se non si rilancia il manifatturiero?”. 

E sul futuro del sindacato si sono interrogati numerosi interventi di dirigenti locali. Tutti concordi che cambiare è un segno di vitalità “noi diciamo a tutti che si devono cambiare approcci e modalità, ma noi pensiamo che come siamo organizzati oggi, dobbiamo andare avanti all'infinito?” e anche “a questo appuntamento ci arriviamo bene, a Pistoia il tesseramento nella nostra categoria è in leggero aumento, ma sono i precari che finalmente si avvicinano al sindacato e noi dobbiamo creare strumenti per parlare a giovani che lavorano 3 mesi si e tre no”. 

Insieme a richieste di maggior attenzione alle Rappresentanze sindacali unitarie, a una maggiore riflessione sullo smart working “che ci impedisce di fare sindacato anche se ormai dobbiamo inventarci il sindacato digitale” e alla richiesta di ricostruire un senso comune del cittadino che veda l'utilità del lavoro pubblico a partire dal personale, della sua funzione di garanzia dei diritti, per superare la strumentale contrapposizione tra dipendenti pubblici e privati.