Spettacoli

La grande bellezza di una umana condivisione

Spettacolo al teatro Pacini di Pescia con Paolo Ruffini e i ragazzi disabili della compagnia livornese Mayor Von Frinzius

È proprio un grande abbraccio quello che il 4 gennaio al teatro Pacini Paolo Ruffini e i ragazzi disabili della compagnia livornese Mayor Von Frinzius, sotto la guida di Lamberto Giannini e i commenti musicali della pianista Claudia Campolonghi, hanno regalato alla città di Pescia.

"Si tratta di un grande varietà in cui i ragazzi fanno di tutto per cambiare le sorti dello spettacolo - racconta Paolo Ruffini in anteprima - ma alla fine, vedrete, lo valorizzeranno in un contatto ravvicinato e metateatrale con il pubblico". 

Così è stato: improvvisazioni linguistiche da vernacolo, Gioca Jouer con gli spettatori, balli, monologhi e un inaspettato Nessun Dorma intonato dal vivo in onore a Puccini, hanno contribuito a esaltare la vita e le relazioni umane in tutte le sue forme. 

La forma-spettacolo è quella dell'happening, dove l'imprevedibilità di ciò che accadrà è proiettata verso un viaggio immaginario e immaginifico, allegoria del bisogno che ciascuno di noi nutre dentro di sé: sentirsi persone speciali, in mezzo ad altrettante persone speciali. Così si invita il pubblico sul palco e si apre il sipario sulla vita di ciascuno di noi, in simmetria della vita di coloro che da sempre vivono un'esistenza "ferocemente bellissima" e "meravigliosamente feroce". 

Il tutto viene infarcito con paradossi iperbolici e topic comici di impronta squisitamente ruffiniana, in cui gli stessi spettatori sono chiamati a entrare in gioco nella "grande bellezza di un'umana condivisione", attraverso quel gesto così semplice, ma allo stesso tempo così raro, di un caldo e avvolgente abbraccio. 

"Questo è uno spettacolo serio, importante e delicato sulle relazioni umane - esordisce il comico visibilmente emozionato - perciò tenete pure i cellulari accesi, fate foto, video, sentitevi come a casa vostra, c'importa na s..." e si procede all'analisi etimologica della parola social, rivisitata nell'epoca dell'interconnessione mediata dai social network. Social deriva dal latino socius e ha il significato di amico, compagno, alleato. 

"Quali sono le prime cose social nella vostra vita?" - chiede un Ruffini melanconico, ricordando con commozione dei propri ricordi infantili.

"Non so più che grafia hanno le persone che ho intorno o il mio migliore amico: oggi non si scrive quasi più, ci si inviano addirittura messaggi vocali" - e ancora: "ricordate? Una volta la mamma ti chiamava a voce alta per fare la foto di sicurezza, oggi non più. Io ad esempio sul cellulare ho più di 4 mila fotografie, ma non le vedo mai. Sapete quali sono le uniche foto che vedo? Quelle della mi mamma". 

"Se dovessi proprio raccontare di qual è la cosa più social della mia vita, direi la targa nera con le sigle di provincia arancioni: se s'andava in un'altra regione in vacanza e s'incontrava uno con la stessa targa, si suonava il clacson e ci si salutava a vicenda. O provate a farlo oggi..." - e giù applausi e risate, ma anche tanta commozione.

E di nuovo si torna a parlare di libertà, amore, disabilità, felicità: "la libertà è un amore che quando ti tocca ti imprigiona" - continua serafico Ruffini - " talvolta uno che è felice si deve vergognare...quando ci viene chiesto -come stai?- nessuno risponde -sono felice-, perché la felicità destabilizza, è sospetta, è come una scossa di terremoto". Colpiscono e ci vengono gettate addosso come acqua gelida le parole di Erika, ragazza down dagli occhioni tondi e lucidi come due onici neri: "Non sapete cosa vi perdete ad essere normali", afferma sorridente, mentre Paolo racconta di quando su Facebook una persona abbia commentato, a corollario della locandina dello spettacolo: "Non vedo la differenza tra i down e Ruffini". "Infatti non c'è" - ha poi risposto l'artista. L'happening si conclude con una domanda: "Cos'è la bellezza? Quanti disabili alla bellezza e quanti disabili alla felicità conoscete voi tutti nella vostra vita? La bellezza è quello che qui, stasera, in questo teatro, vive tra me, voi, questi ragazzi...ovvero soltanto un immenso abbraccio". Presente in platea anche il sindaco Oreste Giurlani che a fine spettacolo ha personalmente ringraziato il comico: "Penso che anche Pescia stasera vi abbia riservato un grande abbraccio. Questa pergamena del comune che vi consegno è per voi, sentitamente grazie per la vostra presenza".