Politica

"Sulle Terme prendere altro tempo non basta"

Dopo l'annuncio della Regione di voler procedere verso il concordato in bianco per scongiurare il fallimento, il M5s contesta e propone un'altra via

La prospettiva di concordato in bianco per scongiurare lo scenario del fallimento societario non convince tutti o comunque non a pieno. Sarà sufficiente prendere tempo in una vicenda che si trascina appunto da tempo? “La Regione ha deciso - ancora una volta - di rimandare la questione chiedendo un concordato preventivo in bianco, che tutelerà sì il patrimonio da eventuali richieste di creditori, ma la obbligherà entro 60 giorni a trovare una strategia credibile di risoluzione della crisi o qualcuno interessato a rilevare i rami d’azienda funzionali all’esercizio dell’attività termale", osservano dal Movimento 5 Stelle le consigliere regionali Irene Galletti e Silvia Noferi e il consigliere comunale di Montecatini Terme Simone Magnani.

La considerazione arriva a margine della comunicazione portata in aula di consiglio regionale ieri pomeriggio dall'assessore regionale Stefano Ciuoffo che appunto ha annunciato la volontà della giunta toscana di andare verso il concordato in bianco. Secondo gli esponenti M5s, la via giusta invece sarebbe la riconversione a fini estetico-ludici della società termale.

Dal M5s si parla di "comunicazione sintetica, in gran parte oscura e lacunosa". "Rimane il fatto - scrive la pattuglia pentastellata in una nota - che la Regione non ha saputo intercettare le giuste capacità imprenditoriali, perdendo tempo prezioso, cincischiando con lunghissimi piani di razionalizzazione, il primo ha visto la luce dopo tre anni, e perdendo nel frattempo liquidità".

Il colpo di grazia è giunto negli ultimi mesi, considerano dal M5s, con "la saga dell’assegno mancante all’offerta irrevocabile di acquisto della società Industrial Tax Advisor" che viene giudicata quale "ultimo atto di una completa ingenuità gestionale".

Ma dalla protesta i Cinque Stelle avanzano anche la loro proposta: “L’unica soluzione per salvare le Terme, la città e il tessuto economico che vi ruota intorno, un po’ come tutto il settore termale - affermano - è quello di cambiare visione strategica: studiando una possibile riconversione per andare incontro alle moderne tendenze della società contemporanea, considerando la valorizzazione dell’offerta a scopi estetici e ludici, non soltanto curativi o fisioterapici".