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Rossetti, parole e mira d'oro

Il poliziotto pontigiano commenta la medaglia d'oro alle Olimpiadi: "Non ho parole per descrivere questo risultato, il tiro a volo è la mia vita"

Rossetti sul gradino più alto del podio

Gabriele Rossetti, ventuno anni da Ponte Buggianese, è medaglia d'oro nello Skeet Maschile alle Olimpiadi di Rio 2016. 

Il giovane poliziotto, figlio d'arte, è stato perfetto. Doveva fare 50 su 50 per poter sperare di rientrare tra i migliori sei e lo ha fatto. 

Con il totale di 121 su 125 si è trovato a spareggiare con altri quattro tiratori per due posti nella finale. Uno spareggio difficile anche perché si è trovato davanti come avversari gli amici francesi Anthony Terras ed Eric Delaunai, entrambi allenati dal padre Bruno, medaglia di bronzo nella stessa specialità a Barcellona 1992

Non ho sparato contro di loro, ma per me – ha dichiarato Gabriele – Mi è dispiaciuto per loro. Anthony è stato uno dei miei punti di riferimento e quando ha sbagliato sono stato male. Però il mio obiettivo era la finale e non ho perso la concentrazione”. 

L'azzurro ha battuto nella finale a due lo svedese Marcus Svensson 16-15, determinante l'errore dell'avversario sull'ultimo dei suoi sedici piattelli.

Non ho parole per descrivere questo risultato – è stato il commento del neo campione Olimpico - Il tiro a volo è la mia vita. Ho avuto la fortuna di poter crescere con l’esempio di due grandi campioni come mio padre, con cui mi alleno tutti i giorni, e come Andrea Benelli. Poi il sostegno della Federazione e della Polizia di Stato, che non mi hanno mai fatto mancare nulla. Ancora non mi rendo conto di quello che è successo. Probabilmente ci riuscirò solo stasera quando tornerò in camera e resterò da solo con la medaglia”.