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Guerra in Ucraina, la floricoltura trema

L'export verso le aree di crisi e i paesi ex sovietici rischia la cancellazione. Nei primi mesi 2021 il Pistoiese ha esportato piante per 13,5 milioni

La guerra fa tremare la floricoltura toscana che ha nel polo floricolo pistoiese il suo riferimento, tra pagamenti congelati, spedizioni annullate e rischio crollo dei prezzi dei fiori. A dirlo è Coldiretti Toscana secondo cui, sulla base dei dati Istat, la guerra rischia di cancellare oltre 30 milioni di euro di esportazioni di Made in Tuscany verso i paesi direttamente coinvolti, mentre nel polo pistoiese è a rischio il volume d’affari dell’export di piante vive verso i paesi ex sovietici che nei primi mesi del 2021 è stato di 13,5 milioni di euro.

Il settore del vivaismo, di cui la Toscana è capitale d’Europa con il distretto di Pistoia, stava vivendo una fase espansiva proprio verso quei mercati con un tasso di crescita nei primi tre trimestri 2021, rispetto al 2020 del 72%. Ora non solo i mercati dell’area ex-sovietica del continente europeo sono bloccati, spiega Coldiretti Toscana col suo presidente Fabrizio Filippi, ma è bloccato anche l’export di piante da Pistoia verso i paesi ex sovietici asiatici come Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakhstan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan. 

Russia e Repubbliche ex Sovietiche, europee ed asiatiche, - spiega Coldiretti - rappresentano mercati di estremo interesse per l’export di piante vive da parte dei vivaisti ornamentali del polo pistoiese, con un tasso di crescita nei primi tre trimestri 2021 rispetto al 2020 del 72%, considerando sia la parte europea, sia quella asiatica dell’ex impero sovietico.

“Il canale commerciale si è già complicato - fa sapere Filippi - e questo comporterà un inevitabile cortocircuito del settore e sulla salute delle imprese agricole già duramente provate dai rincari dei prezzi di materie prime ed energia”.