Cronaca

Fratelli nei guai per l'aiuto al boss latitante

Lo supportarono per evitargli il carcere. Sono indiziati di aver favorito un'associazione di stampo mafioso. Uno dei due si trova in Argentina

Questa mattina all’alba, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip su richiesta della Procura di Firenze, la polizia di Firenze insieme a quella di Pistoia, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due fratelli originari di Catania di 62 e 57 anni, entrambi residenti a Montecatini Terme. I due, hanno spiegato dalla polizia, sono "gravemente indiziati di concorso in procurata inosservanza di pena aggravata dalla finalità di favorire una associazione di stampo mafioso".

I due fratelli avrebbero aiutato un noto ex latitante catanese a sottrarsi al carcere. L'uomo è condannato all’ergastolo per omicidio aggravato in concorso, associazione per delinquere di stampo mafioso ed associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. E' stato arrestato dalla Squadra mobile di Catania nella primavera del 2017 a Massa e Cozzile (Pistoia).

L’indagine che ha portato all'arresto dei due fratelli è stata coordinata dal sostituto procuratore Leopoldo De Gregorio. 

Per ricostruire la vicenda sono state fatte intercettazioni telefoniche che hanno permesso di acquisire elementi a supporto del quadro probatorio a carico dei due fratelli e di altri complici, anch’essi indagati, consentendo di ricostruire la rete di personaggi che hanno consentito all’ex latitante catanese di trasferirsi, al tempo, in Toscana, fornendogli supporto sia logistico che economico.

Il provvedimento è stato eseguito solo a carico del 57enne, già noto alle forze di polizia soprattutto per reati contro il patrimonio e nell’ambito degli stupefacenti. Il fratello è attualmente sottoposto ad un provvedimento restrittivo in Argentina. Contemporaneamente alla misura cautelare sono state eseguite una serie di perquisizioni personali e locali, anche con la collaborazione della Squadra Mobile di Catania, nei confronti di altri indagati residenti nelle province di Pistoia e Catania.