Attualità

Frankenstein vive tra noi

Il celebre mostro gotico creato da Shelley raccontato attraverso i suoi legami con il nostro territorio

Che cosa c'è di “italiano”nel famoso romanzo scritto dalla giovanissima Mary Shelley?

Da questa domanda parte l'idea della conferenza al Museo di arte contemporanea e del Novecento alle 21.15 dal titolo “Frankenstein in Toscana” tenuta da Giampiero Giampieri con l'introduzione di Guido Guidotti.

Frankenstein fu ideato nella tarda primavera del 1816, l'anno detto “senza estate” per via delle anomalie climatiche. Gli Shelley, raggiunto lord Byron a Ginevra, erano confinati in casa e leggevano, tutti insieme, libri paurosi e storie tedesche di fantasmi.

Nacquero così due opere immortali: Frankenstein, appunto, e Il vampiro dell'italo-inglese John William Polidori, medico personale di Byron.

Originari di Bientina i Polidori, gente di cultura, conoscevano bene il nome di Francesco Vaccà Berlinghieri, chirurgo di Ponsacco, e di suo figlio Andrea. Si diceva che prima il padre, poi il figlio, studiando la possibilità del trapianto di organi, praticassero esperimenti su cadaveri e animali. Tutto questo fu riferito all'incuriosita Mary Shelley che, giunta in Toscana col marito, conobbe di persona il Berlinghieri.

L'iniziativa, a ingresso libero, si svolgerà in collaborazione con l'associazione Astrofili della Valdinievole.