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Effetto Covid, meno rifiuti ma più differenziati

A fronte di una produzione di scarti a picco causa Covid soprattutto per le imprese, la raccolta differenziata nell'Ato Centro ha avuto un incremento

Meno rifiuti ma più differenziati: il primo dato si deve all'effetto Covid-19 e risulta dal documento prodotto dall'Arrr (Agenzia regionale recupero risorse) a certificazione dell'andamento della raccolta differenziata in Toscana. Ebbene: in particolare nell'Ambito territoriale ottimale (Ato) Centro - che aggrega i comuni delle province di Firenze, Prato e Pistoia ad esclusione di Marradi, Palazzuolo sul Senio e Firenzuola - nel 2020 la raccolta differenziata è cresciuta complessivamente del 1,46%.

L'incremento della raccolta differenziata è stato registrato in 32 comuni sui 65 che compongono l'Ato Centro e spiccano le performance di Figline e Incisa Valdarno (+17,74%), Campi Bisenzio (+16,43%), Fiesole (+11,42%), Sesto Fiorentino (+8,58%) e Calenzano (8,18%). Nel 2020 solo 12 comuni mostrano valori di raccolta differenziata inferiori al 65%, talvolta per un soffio come accade a Montale, Rignano e Vernio.

E ora l'Ambito punta alto, ovvero a raggiungere il valore del 75% di differenziata nel 2024. Si conta sulla spinta che arriverà da Firenze, Pistoia, Montecatini Terme e altri 6 comuni che nel 2021 hanno avviato la trasformazione dell'organizzazione dei servizi.

Adesso invece la quota complessiva di differenziazione arriva al 66,56%, a fronte della diminuita produzione dei rifiuti indotta dalla pandemia, soprattutto relativa alle attività commerciali e ai servizi nei comuni maggiori e nelle città d'arte. E' del -7% la flessione registrata nel 2020 sui rifiuti prodotti, con picchi oltre il 10% a Firenze e a Montecatini Terme.