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Attualità lunedì 08 maggio 2023 ore 16:45

Spuntano i girasoli, i piccioni ne divorano metà

girasoli

Appena le piantine fanno capolino i volatili arrivano e le arpionano. Così ecco distrutto il 50% di quanto seminato dagli agricoltori



VALDINIEVOLE — La semina di buona lena, l'attesa paziente e poi eccole le piantine di girasole far capolino dalla terra del campo. Ed ecco anche loro, però, i piccioni che si precipitano ad arpionarle e così in Valdinievole hanno distrutto la metà di quanto seminato in un appezzamento di 12 ettari.

La denuncia arriva da Coldiretti Pistoia. In Valdinievole vengono seminati a girasole fra i 350 e i 400 ettari, una produzione ‘alto oleica’ che è sempre più complicato mantenere sostenibile dal punto di vista economico per gli imprenditori agricoli.

Non bastasse la siccità, non fossero sufficienti i cinghiali con le loro scorribande non più solo notturne, adesso gli attacchi alle colture arrivano anche dal cielo. E sono massicci: degli autentici raid.

I piccioni nel campo seminato

I piccioni nel campo seminato

“Abbiamo già stimato la perdita del 50% di quanto seminato su un nostro appezzamento di 12 ettari - racconta Michela Nieri di Coldiretti Donne Impresa e produttrice della Valdinievole -. Dovremmo riseminare quasi tutto. I piccioni faranno danni anche quando le piante saranno cresciute, prelevando i semi direttamente dalle calatidi del girasole maturo. Per non parlare dei ‘prelievi’ direttamente nei depositi”.

La lotta è impari: "Dovremmo rimanere stanziali nei campi e fare continuamente rumori per scacciare i piccioni”, dice Nieri. I danni al momento non sono risarcibili, fermo restando l’opportunità di documentarli alle autorità per fini statistici.

Ci sono stati degli adeguamenti normativi per favorire il controllo del numero degli animali selvatici: “È possibile chiedere abbattimenti preventivi - spiega Giorgi - o addirittura procedere direttamente noi agricoltori debitamente autorizzati, ma se il numero dei piccioni è così alto è impossibile riuscire a contenere il numero e limitare i danni a livelli fisiologici”. 


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