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Attualità venerdì 21 luglio 2023 ore 18:30

Sanità, verso liste d'attesa solo per le urgenze

La Toscana lancia nuovi indirizzi per garantire maggiore efficienza tra la richiesta di prestazioni, in aumento, e la risposta del sistema sanitario



TOSCANA — La giunta regionale, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, ha approvato i nuovi indirizzi sul governo della relazione tra domanda e offerta delle prestazioni sanitarie. “Di fronte ad un crescente aumento di richieste di prestazioni - spiega l’assessore – questa delibera, è lo strumento con cui intendiamo garantire ai cittadini un adeguato accesso alle loro diagnosi e alla cura, contenendo la creazione di liste di attesa per chi, di quelle prestazioni, ha un urgente e reale bisogno. Gli indirizzi individuati consentiranno di riorientare il sistema e dare delle risposte alle criticità emerse negli ultimi anni”.

Dopo la pandemia, le richieste di visite specialistiche e prestazioni strumentali sono aumentate in media del 28 per cento. Più nel dettaglio sono cresciute del 24,6 per cento le visite di primo accesso e del 31 per cento le prestazioni di diagnostica strumentale: le richieste per risonanze magnetiche sono esplose (aumentate nello stesso periodo del 56 per cento, da 279 mila ad oltre 437 mila in un anno) ed anche per le Tac il dato non è molto inferiore, cresciute del 48 per cento (e passate da 251 mila a 372 mila).

Per omogeneizzare le modalità prescrittive di risonanze e Tac la giunta ha deciso di recepire le note di appropriatezza prescrittiva contenute nel decreto del presidente del consiglio dei ministri del 12 gennaio 2017 riguardo i Lea, ovvero i livelli essenziali di assistenza. “Si tratta di un primo strumento – commenta l’assessore – per garantire la conduzione di esami diagnostici, nei tempi opportuni per la corretta presa in carico dei bisogni di salute della persona assistita, evitando di ricorrere alla diagnostica pesante laddove la diagnosi può essere effettuata con altre metodiche”.

Nella delibera si richiama anche ad un corretto impiego dei codici di accesso, che si riferiscono alle condizioni di salute del paziente e alla gravità del quadro clinico. Si riportano le definizioni “cliniche” che devono indirizzare la richiesta verso un determinato codice di priorità: quattro classi diverse, con tempi diversi.

Ma il problema non riguarda solo i numeri e i codici di priorità. I dati sulle richieste di prime visite ripetute lasciano ipotizzare che molte delle prestazioni richieste come primo accesso siano da riferire a persone già conosciute per un determinato problema di salute: un’errata prescrizione, da correggere, che crea disagi a cascata nella gestione delle agende.

La delibera prevede inoltre una migliore e più dettagliata codifica dei quesiti diagnostici, utile al fine delle decisioni cliniche: l’obiettivo anche in questo caso è il miglioramento della continuità assistenziale e la riduzione delle liste di attesa. In questo quadro il ricorso al teleconsulto e alla telemedicina ha un ruolo di primaria importanza, in quanto offre l’opportunità di svil


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